Parachrom - Frammenti e scampoli di tempo
Sergio D'Amaro
pp. 80 | 12x20 | 979-12-81082-06-9
Due-tre cose in particolare vanno dette e colpiscono: intanto, l'impegno, per così dire, riassuntivamente narrativo della storia individuale e collettiva di una "generazione" attraverso tutta una serie di elementi oggettivi, di "scampoli" (chessò, di volta in volta, la "vaschetta per matite", un disco, un giocattolo dimesso, la "trottola", una foto, un giradischi, la mitica "lettera 32", con cui si giocava a fare gli scrittori, tutte "povere cose degli anni Cinquanta", "atomi staccati di tempo" ancorché madeleines della memoria utili e necessarie, non meno delle leopardiane "favole antiche"); poi, la forma poetica adoperata, la loro organizzazione in terzine endecasillabiche, che reclamano spazio e collocazione letteraria all'interno della tradizione del genere "visione" di dantesca memoria, alla ricerca di una verità di sé; infine, la presenza simbolica del Fato, per dare uno sfondo mitico al grande tema del mistero dell'esistenza individuale, per sottrarla, questo sì, all'insensatezza del suo effimero flusso eracliteo.